Comunione dei beni e divisione dei beni: conviene?

La comunione dei beni e la divisione dei beni sono due opzioni possibili per evitare guerre patrimoniali in vista di un possibile ma non augurabile divorzio.

La domanda che si pongono tutti gli sposi è sempre la seguente: conviene più la comunione dei beni o la divisione? Iniziamo chiarendo che il regime patrimoniale da adottare è fondamentale e ha effetti notevoli sulla situazione economica della coppia/famiglia.

La comunione dei beni prevede la comproprietà di tutti i beni acquistati dopo le nozze ma, sia chiaro, anche dei debiti, ed è il regime che si applica automaticamente dopo il matrimonio se la coppia non ha preso decisioni al riguardo.

La divisione dei beni prevede, invece, una specifica approvazione, la quale determinerà che ciascuno dei coniugi dispone della proprietà esclusiva dei beni acquistati, sia prima che dopo il matrimonio.

In caso di cambiamento d’idea sulla questione economica, la legge consente ai coniugi di passare dalla separazione alla comunione o viceversa anche in un momento successivo al matrimonio, in modo da poter sistemare la faccenda.

In questo post spiegheremo le caratteristiche della comunione o divisione dei beni, considerando una serie di fattori e di inevitabili conseguenze.

Ersilia Principe vi ricorda che, anche durante la fase 2 e le restrizioni, scegliendo il suo atelier, sito a Pozzuoli, in provincia di Napoli in Campania, saprà come venire incontro a tutte le vostre esigenze, accogliendovi e consigliandovi a dovere.

Leggi anche: Accordo prematrimoniale: come muoversi

Comunione dei beni o divisione dei beni: la scelta

La scelta della comunione o della divisione dei beni può essere effettuata sia nel caso di rito civile sia nel caso del rito religioso, ma non è obbligatoria. Nello specifico tale decisione deve essere comunicata alla fine di tutte le procedure di matrimonio.

È bene specificare che il regime patrimoniale prescelto influisce su diversi aspetti della vita in comune come, ad esempio, la partecipazione alle spese comuni o nell’attività lavorativa domestica. E non solo!

Altri aspetti fondamentali sono le modalità di attribuzione della proprietà dei beni che vengono acquistati nel corso della convivenza e anche i criteri d’uso della casa utilizzata come residenza comune, sia nel caso di immobile di proprietà di uno solo dei due, sia nel caso di affitto.

Tali aspetti sono parti integranti del regime patrimoniale scelto.

Potrebbe interessarti anche: Tradizioni e tendenze del matrimonio classico napoletano

Comunione dei beni o divisione dei beni: le procedure

Per quanto riguarda la comunione dei beni, gli acquisti effettuati successivamente alla celebrazione del matrimonio entrano, automaticamente, a far parte del patrimonio comune della coppia.

Ciascun coniuge dispone del 50% totale dei beni e questo regime ha effetto in modo particolare sui risparmi di ciascun coniuge messi da parte durante la vita matrimoniale, sui beni che vi rientrano in via residuale e sui beni personali che non rientrano in comunione, come la pensione.

Ovviamente, sono esclusi i beni acquistati prima del matrimonio e che restano nel patrimonio del legittimo proprietario.

La comunione dei beni, inoltre, prevede che entrambi i coniugi possono amministrare i beni comuni in maniera autonoma, tranne nei casi di vendita di un immobile, ovvero: atti che eccedono l’ordinaria amministrazione.

Per vendere una casa, in sostanza, ci deve essere il consenso dell’altro coniuge, altrimenti tale operazione rischia di essere annullata per legge.

Per quanto riguarda la divisione dei beni, i due coniugi mantengono la titolarità esclusiva dei beni acquistati, prima e durante il matrimonio, mentre tutto quello che si è concepito insieme viene diviso in parti uguali.

La divisione dei beni prevede che il coniuge proprietario di tali beni abbia il diritto al godimento e all’amministrazione di case ed altre proprietà, anche se il coniuge può delegare il partner tramite una procura.

La divisione dei beni conviene quando uno dei due coniugi ha usufruito degli sconti sulle imposte sulla prima casa e vuole mantenere l’immobile, quando uno dei due ha un’impresa commerciale, e quando uno dei due ha figli da un altro matrimonio.

L’aspetto negativo della divisione dei beni è che il più debole della coppia, dal punto di vista economico viene poco tutelato.

Infine, la domanda più importante da farsi in caso di divorzio: cosa succede in caso di comunione dei beni? E cosa in caso di divisione dei beni?

Il singolo coniuge sarà l’unico titolare dei beni acquistati sia prima che dopo le nozze, in caso di mancanza di prole, mentre ciò che si è concepito insieme sarà diviso al 50%.

Le cose si complicano in presenza di figli, dato che oltre al patrimonio anche la casa è uno dei principali motivi di contesa e discussione. In questo caso l’immobile verrà assegnato al genitore a cui vengono affidati i figli.

Questo vale anche quando è stata scelta la divisione dei beni e l’immobile risulta di proprietà dell’altro coniuge.

In merito alla scelta da intraprendere: comunione o divisione, non è il caso da parte nostra di consigliare un regime piuttosto che un altro, ma di chiedere alla coppia di guardarsi dentro e di decidere in base alla testa e non al cuore!

Apri la chat
1
Ti serve aiuto?
Salve
Come possiamo aiutarti?