Con balza o senza? Lungo o corto?
Di certo non senza
Del velo, che piaccia o meno, ogni sposa si ne innamorerà e alla fine, con gli occhi della felicità lo indosserà.
Non è un caso, infatti, che nel giorno della scelta è proprio il velo ad avere l’ultima parola sull’abito. Alla fatidica domanda “è l’abito giusto?” entra in scena lui e la magia si compie.
Ogni donna, anche la più moderna ed anticonformista, non sa e non può resistergli. E’ quasi spontaneo socchiudere gli occhi nel momento in cui il velo abbraccia il capo della sposa. La balza cade morbida dinnanzi ai suoi occhi, che ancora socchiusi, nascondono, con fatica, la commozione, che esplode alla visione di una perfetta sposa pronta per il giorno più bello. Le lacrime sono di gioia e sono di tutti.
Resistergli, non si deve, anche per riguardo alla storia ed alla tradizione.
Il velo, come indumento e copricapo, fa la sua comparsa nel XIII sec A C. una presenza testimoniata, addirittura, da un documento antichissimo, nel quale si fa riferimento al velo che copre il capo di nobili donne.
Nobili e sacre, cosi come lo era, per gli antichi egizi, la dea Iside e cosi come ricorda un effige posta ai piedi della statua di Melfi; “Io sono tutto ciò che fu, ciò che è , ciò che sarà e nessun mortale ha ancora osato sollevare il mio velo.”
Certo non si tratta del velo da sposa, ma sottolinea l’importanza di questo indumento. Per rintracciare quello da sposa, bisogna spostarsi a Roma, in quella antica. Le spose romane indossavano il flennum, solitamente giallo o rosso, ovvero i colori del fuoco, durante la cerimonia per poi essere condiviso con il consorte, in quanto simbolo di protezione della coppia.
Un significato che deve in qualche modo aver raggiunto anche le spose del medioevo, che al velo aggiungevano perline e fili d’oro, a protezione dei soliti spiriti maligni.
La simbologia, seppur bellissima e intrisa di fascino, lascia spazio alla fantasia che sposta l’attenzione sulla tipologia o meglio sulle lunghezze e tessuti tra i quali scegliere per realizzare il proprio velo.
Di certo ne le spose romane ne quelle medioevali avevano a disposizione la vasta gamma di opzioni che oggi ed anche ieri le spose hanno ed avevano.
Una possibilità che la moda ha esaltato, trasformato ed arricchito ulteriormente proponendo soluzioni che hanno dettato legge.
Facendo i conti, di decennio in decennio, il velo più longevo risulta essere quello lungo che hai incoronato le spose sin dagli inizi del 900. Qualche breve intervallo, solo negli anni 40 e 70. Volendo rintracciare una motivazione, anche sociale, è da sottolineare che il post guerra lasciava ben poco spazio a fasti e feste ed i matrimoni si celebravano probabilmente all’insegna del motto “due cuori ed una capanna” ragion per cui, seppur entusiaste le spose, in giro per il mondo, trovavano più adeguato tagliare, assieme alle spese, anche i veli. Che si accorcia nuovamente, dopo un ritorno al lungo negli anni 60, negli anni 70. L’aria è intrisa di fiori, proteste giovanili e dei veleni dell’interminabile guerra vietnamita, e non c’è spazio per lunghi veli svolazzanti.
I favolosi, kitsch, schock anni 80, quelli delle tastiere, dei rambo, degli schwarzenegger e delle grandi top model decidono a favore del velo lungo e ritornano, con buona pace delle spose, assieme agli abiti ricchi e fastosi per resistere, ininterrottamente da quasi 50 anni. E se anche questa moda dovesse passare? E se dovesse tornare quella del corto? L’importante, diceva una certa Cocò Chanel, è lo stile che resta