Pochi centimetri di merletto, bianco, avorio o ecru, abbelliti da un nastrino blu.
Un sensuale, e al tempo stesso romantico, indumento femminile.
Questa è la giarrettiera. O meglio cosi appare.
Ha invece un anima ed una storia, confusa da miti e leggende, che sorprende, diverte e fa sognare.
Nobile ed antichissima, la giarrettiera ha attraversato la storia con intelligenza e furbizia. Ad indossarla per prima, o meglio per primo, fu Carlo Magno. Si perché, lei, nasce come indumento maschile e non femminile come la modernità ci ha abituato a pensare.
Il grande sovrano, infatti, la utilizzava per sorreggere le calze che, diversamente, sarebbero rotolate giù lasciando scoperti i real polpacci.
Da lì in poi la giarrettiera cammina sulle lancette del tempo e giunge fino al 1200. Per le teste coronate e nobili di tutta Europa essa diviene accessorio irrinunciabile, sia per gli uomini che per le donne, nobili ovviamente.
Nobile come la contessa Giovanna di Kent , madrina inconsapevole, del più alto ordine nobiliare del Regno Unito; il nobilissimo Ordine della Giarrettiera. La citazione potrebbe fa sorridere, ma che ciò non accada al cospetto di un inglese, soprattutto se nobile! La storia, o leggenda, narra infatti che la contessa, durante un ballo a corte, perse maldestramente la propria giarrettiera. L’allora sovrano, contravvenendo all’etichetta, si chino per rimettere al suo posto l’incauto indumento. Il mormorio dei presenti infastidì non poco il re, che dall’alto della sua corona intimò loro; Honi soit qui mal y pense (che venga evirato colui che pensa male….).
Parole che intimorirono, a ragion veduta, i gentili ospiti. Nacque cosi The Most Noble Order of the Garter, ordine composto da soli 24 membri, nominati esclusivamente dal re e non su suggerimento del primo ministro, come solitamente accade. Farne parte non è da tutti! L’appartenenza ad una nobile casata non basta. Il biglietto d’ingresso è essersi distinti per aver difeso ed onorato la corte britannica.
Un onore che molti esponenti delle case reali d’Europa si sono guadagnati nel tempo e al quale, qualcuno, ha rinunciato. Dichiarare guerra ai reali inglesi, non fu proprio una mossa brillante da parte del re di Savoia, che cosi facendo si guadagnò il ben servito.
Sacra, nobile ed irrinunciabile per i nobili e soprattutto per le spose.
Le prime ad indossarlo sono state le fanciulle d’oltralpe nel XIV secolo ed i primi ad impossessarsene i loro invitati. Già, perché possedere un pezzo degli abiti nuziali, della sposa in special modo, si ritenesse portasse fortuna. Un vero e proprio furto, insomma, considerando che le vesti nuziali avevano un valore, economico oltre che sentimentale! Certo vederli ridotti in brandelli non era cosa piacevole.
Nel tempo e fortunatamente la tradizione si è modificata. Con buona pace degli sposi, e della loro privacy, si è giunti al taglio della giarrettiera. Essa veniva infatti sfilata dallo sposo, fatta a pezzi e distribuita agli invitati, scapoli, come portafortuna.
Dal taglio al lancio, il passo è stato breve e, fortunatamente, indolore.
E cosi la giarrettiera ha resistito, al tempo ed alla storia. Il suo fascino ha visto inchinarsi un re…e se un Re il principe vuol divenire un inchino alla sua amata deve offrire”