Il bouquet : L’antico dono della terra d’oriente, tra miti, simboli e tradizioni.

Lungo le vie desertiche si incamminava una sposa. Una bellezza, la sua, che sconcertò lo sguardo dei presenti. Attoniti, e smarriti, dimenticarono il suo nome ed il proprio, incuranti financo del sole generoso che abbracciava le loro vesti. La sua pelle ambrata rapì i loro occhi, ed il suo profumo d’arancio stordì i loro sensi.

Rientra sicuramente tra i simboli della tradizione nuziale. Un usanza talmente radicata da rivendicarne, errando, la paternità storica e culturale. Il bouquet, ahi noi, non è una tradizione che appartiene all’occidente, Europa compresa, ovviamente.

Dalla terra dei faraoni, delle danze rituali, delle dune color oro e delle piramidi millenarie, giunge a noi il bouquet. Nella tradizione orientale la sposa cinge una composizione di fiori d’arancio, simbolo di fertilità ed abbondanza che, si spera, accompagnino il cammino degli sposi.
Un usanza che viaggiando nel tempo e nello spazio, tra miti e leggende, ha finito per influenzare ed appartenere, in qualche modo, a svariate culture. Il bouquet è, o è stato, per alcuni, l’ultimo dono dell’amato alla sua futura sposa, per sugellare la fine del corteggiamento e l’inizio di un nuovo cammino. Una simbologia, che fa sospirare i romantici che potrebbero storcere però il naso, il senso nell’occasione è letterale, se dessero uno sguardo alla storia lontana. Nelle civiltà pre-cristiane, infatti, più che una composizione floreale, la sposa, faceva sfoggio di una graziosa creazione “aromatica”. Timo, rosmarino ed erbe aromatiche accompagnavano il suo cammino, simboli di fedeltà e fecondità. O, secondo gli antichi egizi, un buon modo per tenere lontani gli spiriti maligni. Tradizione e miti a parte, cos’è il bouquet? Sicuramente molto più di un semplice accessorio o di un arricchimento floreale! Non è forse, seguendo la scia degli inguaribili romantici, il punto di unione grazie al quale tutto si completa? La sposa con il suo abito, il velo ed i guanti, l’acconciatura, i gioielli e persino le scarpe. Tutto scelto con cura e dedizione per realizzare un dipinto, che sarà perfetto, se racchiuso in una cornice, immancabilmente d’autore. Ed è proprio questo il bouquet; l’ultimo ed irrinunciabile tocco ad un opera d’arte meravigliosa. Lui che unisce, tutto, emozioni comprese, in un grande cerchio.

Restando nella simbologia; è forse solo un caso che le braccia della sposa, cingendo tra le mani il bouquet, formino un cerchio ?

Quale che sia la terra d’origine di una tradizione, nel momento in cui essa entra a far parte di una cultura è buona usanza rispettarla. Che sia dunque il messaggero incaricato dal futuro sposo ad informarsi sulle preferenze floreali della sposa, che andranno rispettate con rigore. Ricordandosi che lo stesso dovrà occuparsi della puntuale consegna alla destinataria nel giorno del si. Le alternative, chiamano in causa, fioraio e suocera.

Ed anche sulla scelta dei fiori, tipologia e colori, la simbologia corre in aiuto delle indecise.

Rosso è, si sa, il colore dell’amore e della passione. Se poi è il tulipano ad essere tinto dal color fuoco, meglio ancora, non solo perché alimenta i cuori dei novelli sposi ma perché a loro dona, secondo la tradizione persiana, ricchezza e potere.

Rosa e bianco per le peonie della sposa che più romantica non si può. Anche se lo scettro spetta a colei, che nel caso, sceglierà calle e narcisi, bianchi ovviamente.
L’orchidea, fiore dalla sconcertante bellezza, è l’ideale per una sposa che desidera sottolineare il suo amore. Nella terra del sol levante questo meraviglioso fiore rappresenta un vero e proprio dono d’amore, perfetto se il suo colore è viola, visto che rappresenta l’immortalità.

Spighe di grano e gerbere, per un colorato inno alla madre terra che regalerà, alla sposa spensierata, fertilità ed abbondanza.

Nulla vieta, infine, di fare un salto nella storia, scegliendo, le già citate erbe aromatiche per il proprio bouquet. Una scelta che potrebbe sembrare azzardata. Ma perché sfidare la sorte e l’invidia di corteggiatrici deluse? All’occorrenza, e con discrezione, una foglia di timo ben celata nella composizione zittirebbe tutti, spiriti maligni compresi.

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